Emilia Vaglio nasce a Napoli il 23 ottobre 1884 in una famiglia numerosa della buona borghesia, ultima di sette tra fratelli e sorelle. Per le donne di casa, il padre ha in mente un unico obiettivo: il matrimonio, pertanto Emilia frequenterà solo le scuole elementari, poi riceverà un’istruzione privata.

La sua passione per il teatro si manifesta già da bambina, quando, con le sue amiche, organizza frequenti rappresentazioni teatrali. Una passione che non aveva riscontri nel suo ambiente familiare: suo nonno e suo padre erano avvocati nativi della Lucania e avvocati diventeranno anche i suoi fratelli.

A quattordici anni si fidanza con Caro Capriolo (Parma 13 agosto 1880), appartenente anch’egli alla buona borghesia napoletana. I due si sposeranno nel 1904.
Caro è un avvocato specializzato in contratti e vertenze teatrali, con la vocazione alla tutela di ogni tipo di arte. Fonderà a Napoli la SIAE per il Mezzogiorno e la Sicilia e si batterà sempre per la tutela degli artisti. Tra i suoi clienti più importanti: Eleonora Duse, Ermete Zacconi, Tina Di Lorenzo, Beniamino Gigli.

Emilia e Caro avranno due figli: Gino e Renata. Emilia, pur rifuggendo dalla mondanità, accompagna il marito agli eventi mondani a cui, per la sua carica, è invitato. È in quel periodo che il seme artistico, che già dimorava dentro di lei, comincia a crescere.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Caro è chiamato alle armi ed Emilia deve trovare un modo per portare avanti la famiglia. Si dedica ai lavori di cucito, in cui è esperta, che però non bastano ai bisogni familiari, così decide di approfittare delle conoscenze in ambito teatrale del marito.
Si rivolge per un aiuto al direttore del Teatro Nuovo di Napoli, Eugenio Aulicino, che le assegna il compito di tradurre dal francese al napoletano alcune “pochade”, commedie brillanti tra il farsesco e il licenzioso, un genere molto in voga in quel periodo. Emilia accetta la sfida.

Il 26 febbraio del 1916 viene messo in scena il primo adattamento teatrale di una pochade a cui ha lavorato: la commedia Nu mese ‘o ffrisco (tratto dalla pochade dal titolo Vinght jours à l’ombre). È un vero trionfo. Alla fine della rappresentazione il pubblico reclama a gran voce l’Autore sul palcoscenico. Dopo diverse chiamate finalmente il direttore Aulicino sale sul palco mentre Emilia era tra il pubblico in prima fila, e ne giustifica l’assenza dicendo: «Il signor Paolo Riccora non è a Napoli!». Lo pseudonimo a cui era ricorsa è un omaggio al marito — è l’anagramma di Caro Capriolo — ed è scelto per evitare pettegolezzi e scandali, che avrebbero riguardato sia la sua appartenenza al genere femminile, sia la sua attività di traduttrice di testi “osé”.

Dal suo debutto, e per i due anni successivi, numerose sono le rappresentazioni teatrali dell’autore Paolo Riccora, tutte di successo, tanto che scoprire chi sia diventa un vero e proprio caso giornalistico. Il mistero che avvolge lo sconosciuto autore non fa altro che aumentare la sua fama di drammaturgo.
Numerose sono le congetture: alcuni giornalisti erano sicuri si trattasse dell’avvocato Caro Capriolo. Anche Matilde Serao si interessa al caso, convinta che dietro quel nome ci sia qualcosa di più di un colto avvocato: è la prima ad ipotizzare che quel Paolo possa essere in realtà una Paola.

L’occasione per smascherare l’autore è fornita dalla messinscena di Nippolo, riduzione dialettale di Scampolo di Dario Nicodemi, che va in scena a novembre del 1918. Allora l’avvocato Capriolo confessa, in un’intervista rilasciata al giornalista Antonio Ravel, che Paola Riccora è sua moglie.

Il 6 novembre del 1918 la guerra è finita, Caro Capriolo è tornato finalmente a casa e sua moglie, Paola Riccora alias Emilia Vaglio, inizia la sua carriera di commediografa alla luce del sole. Nel 1920 scrive Nevicata d’aprile, la sua prima commedia originale, che le assicurò una solida fama in tutta Italia.

Ma il punto di svolta decisivo, quello che annovererà Paola Riccora nella storia del teatro, è l’incontro con Eduardo De Filippo.
Eduardo bussa alla porta della casa di Emilia Vaglio nel 1932, quando era ancora un giovane attore che aveva appena lasciato, insieme ai fratelli Titina e Peppino, la compagnia di Eduardo Scarpetta. I tre avevano costituito la Compagnia del Teatro Umoristico I De Filippo ed avevano recitato al Cinema Teatro Kursaal nell’avanspettacolo. Eduardo già scriveva, con lo pseudonimo di Tricot, alcuni atti unici che però non avevano entusiasmato il pubblico. I De Filippo dunque, erano alla ricerca di testi più complessi e drammatici per dimostrare le loro capacità di attori a tutto tondo, non solo comici.

Paola Riccora scrive per il trio De Filippo Sarà stato Giacomino, cucendo addosso ai personaggi le diverse personalità dei fratelli. La commedia debutta al Sannazzaro il 2 febbraio del 1933 per poi avere tantissime repliche, in tutta Italia. Il successo è clamoroso. È l’affermazione di un nuovo teatro, che si smarca dalla forma esclusivamente dialettale. Eduardo ha ottenuto il suo scopo, quello di far accettare la cultura meridionale anche al nord Italia. Paola Riccora è stata la carta vincente, anche perché nello scrivere la commedia non ha tradito lo stile dei fratelli De Filippo.

Sull’onda del successo della prima commedia, Paola Riccora scrive per Eduardo “Angelina mia!” e due riduzioni teatrali La signora Rosa (dall’omonima commedia di Sabatino Lopez) e Storia di due anime tratta dal romanzo di Matilde Serao.
Intanto l’onda del successo di Sarà stato Giacomino si è propagata in tutta la Nazione raggiungendo un altro grande della letteratura e del teatro, Luigi Pirandello. Incuriosito dalla notorietà e bravura di Paola Riccora, Pirandello va alla prima di Angelina mia! al Teatro Olimpia di Milano. Alla fine della rappresentazione vuole conoscere l’autrice e da quel momento tra i due nasce un rapporto di stima e amicizia reciproca.

L’inizio della collaborazione tra Luigi Pirandello e Eduardo De Filippo segna invece la fine del rapporto di Paola Riccora con i De Filippo. La rottura avviene alla terza opera che Riccora scrive per i De Filippo, La bottega dei santi del 1934, trasposizione scenica del romanzo di Matilde Serao Storia di due anime. Matilde Serao è morta da due anni quando la rappresentazione va in scena e, nonostante il favore del pubblico, a lei si accosta una fama negativa: quella di essere una iettatrice. I De Filippo non vogliono più fare repliche della commedia e, ormai famoso, Eduardo si allontana dalla sua autrice per scrivere lui stesso i suoi testi.

Emilia, ovvero Paola, sentendosi tradita da quello che credeva essere un amico sincero, destina l’ultima commedia che ha scritto per i De Filippo, Io e te, ad un’altra compagnia. La commedia va in scena al Manzoni di Milano nel 1937, interpretata da Dina Galli.

Nel 1937 un altro attore di rilievo debutta a Milano con un testo di Paola Riccora: Raffaele Viviani. Viviani si avvicina all’autrice teatrale non solo per il suo successo, ma anche per la sua capacità di descrivere in maniera impeccabile anche gli ambienti delle classi più popolari, pur essendo una signora dell’alta borghesia. Per Raffele Viviani, Paola Riccora scrive Fine mese, in dialetto napoletano. La commedia viene tradotta in italiano, giunge in Argentina in una versione spagnola e diventa anche un film.
Successivamente Paola Riccora scriverà per altri attori importanti come Ettore Petrolini e Paola Borbone, lasciando un’importante eredità al teatro italiano.

Muore il 21 febbraio 1976, nella sua Napoli, che ha profondamente amato e a cui ha dedicato una bellissima poesia dal titolo Si vuie venite ‘a Napoli (1956).

Donna dalle due anime, ha vissuto un’intera esistenza nella dimensione del doppio con lo scopo di separare il pubblico dal privato: Emilia un’elegante signora dell’alta borghesia napoletana; Paola un’artista, una scrittrice di talento, la prima commediografa della storia del teatro italiano.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Emilia Vaglio (Paola Riccora)

M. Grifi: Chiamatemi Paola Riccora, come una signora d’alta borghesia napoletana diventò una commediografa di successo, 2016, Il mondo di Siuk.
V. Paliotti: Napoletani si nasceva, nel capitolo… la casalinga che rivelò Eduardo, 2004 New Compton Editori.

V. Viviani: Storia del Teatro napoletano, 1992 Guida.


Voce pubblicata nel: 2025