Il profilo biografico di Fausta Cialente è piuttosto frammentario e caotico tanto che la scrittrice provava una certa avversione nel ricostruire e trasmettere la propria memoria personale e letteraria. Il sentimento di non appartenenza e il nomadismo saranno centrali nella sua vita: Fausta Cialente nasce a Cagliari, il 29 novembre del 1898, luogo del tutto casuale, frutto dei numerosi spostamenti per la breve carriera militare del padre Alfredo Cialente.

Le sue origini sono, per parte materna, austriche: il nonno, Gustavo Adolfo Wieselberger, compositore, direttore d’orchestra e convinto irredentista, era nato a Vienna, e conclusi gli studi musicali si trasferì definitivamente a Trieste inserendosi nella società alto-borghese. Fausta conserverà per tutta la vita il ricordo della città triestina, della villa in via dell’Istria dove insieme al fratello Renato trascorreva le estati dell’infanzia.

Elsa, la madre dell’autrice, studia inizialmente canto lirico e il padre, Alfredo Cialente, è un ufficiale di fanteria dell’esercito italiano, di origini abruzzesi: il loro sarà un matrimonio infelice e la madre, costretta dal marito, rinuncerà alla carriera da soprano. Poco dopo la nascita di Fausta, la famiglia inizierà una vita di nomadismo, inizialmente dal Nord Italia al Centro Sud. Durante l’infanzia della scrittrice il rapporto coniugale tra Elsa e Alfredo è segnato da frequenti litigi: il marito risulta molto violento e tradisce continuamente la moglie, inoltre tra i due vi è una spaccatura sulla questione irredentista sostenuta da Elsa e odiata da Alfredo.

Nonostante il periodo complicato, l’estate rimarrà il momento più felice dell’anno per Fausta e per il fratello Renato che si recano a far visita al nonno e alla zia Alice nella villa in via d’Istria a Trieste. Nel 1908 la famiglia Cialente si sposterà a Padova e l’autrice si confronterà con le prime letture fondamentali: Senza famiglia di Hector Malot, alcuni romanzi di Zola e Il mio Carso di Scipio Slataper. Nel 1912 muore il nonno triestino e ciò porterà alla vendita della villa in via d’Istria.

Al periodo padovano risalgono le prime sperimentazioni di scrittura: Fausta ha sedici anni e ha concluso due romanzi che non saranno mai pubblicati, intanto si trasferiscono a Milano e il padre lascia la carriera militare per dedicarsi ad attività commerciali. Viste le problematiche economiche, la madre della scrittrice, dopo il diploma al conservatorio di Bologna, impartisce lezioni di canto.

I problemi lavorativi del padre portano ad altri traslochi: dapprima a Roma poi a Firenze e nel 1915 a Genova. Nell’estate del 1920 Fausta si trova in Liguria e incontra Enrico Terni, compositore e agente di cambio: si sposeranno nel 1921 e partiranno insieme per Alessandria d’Egitto dove Fausta vivrà fino al 1947. Di questo periodo sono i romanzi di ambientazione e cultura levantina: Cortile a Cleopatra (1936), Ballata Levantina (1961) e Il vento sulla sabbia (1973). Il clima culturale che adesso la circonda è molto diverso da quello italiano: Enrico è vicepresidente della Societé des Concierges, e spesso organizza eventi musicali nella loro casa, inoltre è fondatore del circolo dell’Atelier, un nucleo cosmopolita di intellettuali e artisti pronti a condividere interessi comuni.

Il 10 giugno del 1923 nasce la figlia, Lionella, soprannominata Lili. Nel 1925 inizia la stesura del primo romanzo, Natalia, conclusasi nel 1927; nel 1930 viene pubblicato dalla casa editrice Sapientia e ottiene il Premio dei Dieci. Ormai in Egitto da diversi anni la scrittrice rimane colpita dal quartiere popolare di Cleopatra, dalla vita condotta dai fellah, il loro stato di povertà e gentilezza. Ispirata dall’ambiente del quartiere popolare il 26 aprile 1931 termina Cortile a Cleopatra pubblicato poi nel 1936. Contemporaneo alla stesura del romanzo levantino è il racconto lungo Marianna che nel 1930 conseguì il premio Galante; verrà inserito nel 1962 nella raccolta Pamela o la bella estate e nel 1976 in Interno con figure. È durante uno dei suoi soggiorni in Italia, ossia nel 1933, che incontra Sibilla Aleramo con la quale coltivava già un’amichevole corrispondenza. Intanto la madre, Elsa, otterrà la separazione dal marito Alfredo. Significativa in questo periodo è la pubblicazione di un intervento circa la scelta dell’autobiografia nella scrittura al femminile nell’Almanacco letterario Bompiani.

Tra le pubblicazioni di Cialente di questi anni compaiono il racconto lungo Pamela o la bella estate (1935), alcuni racconti per il periodico Giornale d’Oriente distribuito ad Alessandria, al Cairo e a Porto Said, Interno con figure (1936-37) e Passeggiata con Angela (1938). Nel 1938, vennero pubblicate in Italia, sul settimanale di Pitigrilli «Le grandi firme», le novelle Malpasso e Ilia.

Arrivano gli anni del secondo conflitto mondiale e la casa di Cialente diviene centro di rifugio per gli antifascisti. Quando nel 1939 viene annunciato l’ingresso in guerra dell’Italia, Fausta si trova sul lago di Garda, insieme al marito e alla figlia. La scrittrice si trasferisce al Cairo: comincerà un periodo intenso di attivismo politico antifascista testimoniato dalla stesura, iniziata proprio in quegli anni, di scritti inediti che formano il Diario di guerra (1941-47). Inizialmente diverrà redattrice di programmi antifascisti per la trasmittente inglese Radio Cairo, successivamente, nell’ottobre del 1923, fonderà una rivista politica con Laura Levi, «Fronte unito». Il 26 novembre 1943 il fratello Renato muore, investito a Roma da un mezzo militare tedesco; due anni dopo la figlia Liliana si sposa con l’ufficiale inglese John Muir.

Nel 1947 Fausta lascia l’Egitto per tornare in Italia dalla madre, allo stesso tempo si separa dal marito Enrico, e pone fine all’intensa relazione con il capitano Albert Nacamuli che compare nei diari come Nac. In Italia vive con la madre Elsa a Roma e inizia un periodo intenso di attività giornalistica: diviene redattrice di «Noi donne» e «l’Unità», collabora inoltre con il Partito Comunista italiano. Nei suoi interventi, Cialente affronta questioni politiche e femminili come il lavoro e i diritti delle donne.

Più tardi si distanzia dall’attività giornalistica per riavvicinarsi alla scrittura narrativa, riscontrando difficoltà dal mondo editoriale e culturale italiano. Nel 1953 Cortile a Cleopatra ottiene la seconda edizione, pubblicato dall’editorie Sansoni: grazie alla prefazione a cura di Emilio Cecchi l’opera acquisisce maggiore visibilità fra il pubblico e tra la critica. Nel 1955 muore la madre Elsa, e Fausta lascia Roma e la collaborazione con «Noi donne» e «l’Unità». Verrà ospitata vicino a Cocquio, dai cugini e, colpita dal territorio, acquista un terreno nelle vicinanze per poter costruire una propria casa che sarà pronta nel 1957 e verrà chiamata Il Grillo.

Nel 1960 muoiono Sibilla Aleramo e il marito Enrico Terni; in questi anni Cialente, grazie alla collaborazione con Feltrinelli, riprende la propria attività letteraria: vengono pubblicati il terzo e il quarto romanzo, rispettivamente Ballata levantina nel 1961 e Un inverno freddissimo nel 1966. Durante gli anni Settanta compì numerosi viaggi all’estero, tra l’Europa e il Medio Oriente, dalla figlia Lili. La casa editrice di riferimento diviene la Mondadori con la quale nel 1972 pubblica Il vento sulla sabbia che vincerà il premio Enna del 1973; lo stesso anno Ballata levantina ottiene una seconda ristampa. Nel giugno del 1976 viene pubblicato Le quattro ragazze Wieselberger con il quale il 7 luglio dello stesso anno si aggiudicherà il premio Strega; ne conseguì una riproposta dei racconti giovanili attraverso una raccolta: Interno con figure.

Durante gli anni Ottanta si dedicò alla traduzione di alcune opere letterarie di Louisa May Alcott: Piccole donne e, della stessa autrice, Piccole donne crescono seguita da Piccoli uomini. Nel 1982 il romanzo d’esordio, Natalia, viene pubblicato nuovamente nella collana Scrittori italiani e stranieri di Mondadori. Le traduzioni di Cialente furono anche dalla lingua inglese, ad esempio Giro di vite di Henry James (Torino, 1985). Passerà gli ultimi anni della propria vita a Pangbourne, in Inghilterra, insieme alla figlia; qui morirà l’11 marzo 1994.

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Fausta Cialente

Asquer, R., Fausta Cialente. La triplice anima, Interlinea, Novara 1998.
Rubini, F., Fausta Cialente: la memoria e il romanzo, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano 2019.



Voce pubblicata nel: 2024