Anna Ernestovna “Asja” Lācis nasce nel 1891 in Livonia, tra le attuali Estonia e Lettonia, da una famiglia di classe operaia. Completa la sua educazione tra Riga, San Pietroburgo e Mosca, negli anni caldi delle Rivoluzioni bolsceviche, a cui prende attivamente parte insieme ad artisti-avanguardisti quali Eisenstein, Mayakovskij, Meyerhold, Stanislavskij, Vygotsky.

Nel 1918 comincia a lavorare con le/gli orfane/i di guerra del villaggio di Orel: un teatro sperimentale per l'infanzia che mette l'accento sui processi piuttosto che i risultati, in cui la dimensione collettiva e partecipata del lavoro è più importante del prodotto finale. Attraverso il gioco e l'improvvisazione, la musica, la danza e il coinvolgimento del pubblico, Lācis si propone di affrontare i traumi e le violenze della guerra. Gli strumenti sviluppati in questi anni saranno anche la base del teatro proletario e politico che la impegnerà fino alla morte.

Nel 1922, alla sua prima visita in Germania, conosce e suscita l'ammirazione di Lang, Piscator e Brecht, col quale inizia a lavorare. Nel 1924 è in Italia, a Capri, che avviene l'incontro fondamentale con Walter Benjamin; l'anno seguente pubblicano insieme l'articolo "Napoli", ripreso in seguito anche dai filosofi Adorno e Kracauer.

Insieme alla vedova di Lenin, Nadezhda Krupskaya, Lācis dà vita a uno dei primi cinema per l'infanzia a Mosca, chiamato Balkan, di cui parlerà nel suo libro Deti i kino (Bambine, bambini e cinema). Vi sono raccontate anche le esperienze come rappresentante sovietica ufficiale del cinema documentario e dell'infanzia in Germania. Il "Programma per il Teatro Proletario dell'Infanzia" di Benjamin, manifesto culturale anti-capitalista, trae direttamente ispirazione dal lavoro di Lācis.

Imprigionata a Butyrka per motivi politici nel 1938 e poi costretta ai lavori forzati in Kazakhstan, è riuscita a organizzare un teatro collettivo delle donne anche nel suo campo di prigionia. Rilasciata nel 1948 si trasferisce in Lettonia, dove dirige il Teatro Drammatico di Valmiera per 10 anni, ma nel frattempo della sua produzione artistica e teorica sono state cancellate quasi tutte le tracce a causa del suo status di ex prigioniera politica. Il clima della Guerra Fredda ha certamente contribuito al relativo isolamento di Lācis, almeno fino alla pubblicazione delle sue memorie: il libro Revolutionär im Beruf, uscito nel 1971, sarebbe rimasto a lungo la sua unica e principale pubblicazione in Europa e Stati Uniti. La Scuola di Francoforte ha attivamente contribuito alla sua stigmatizzazione, citandola con sdegno come "la fidanzata bolscevica" di Walter Benjamin, incolpata peraltro del suo interessamento al Marxismo. Dopo il pensionamento si dedicherà alla produzione teorica e scritta fino alla morte, nel 1979.

Nonostante l'immenso contributo di Asja Lācis al mondo del teatro e dell'arte, che ha ispirato anche i movimenti post-68 in Italia, il suo lavoro rivoluzionario rimane sconosciuto al grande pubblico e anche a buona parte dell'accademia. Dobbiamo alla critica letteraria tedesca Hildegard Brenner la riscoperta della figura di Lācis tra il 1967-1968. Sua nipote Māra K¸Ķimele, anche lei regista/direttrice teatrale in Lettonia, ha contribuito alla ricerca di materiali dispersi o sepolti negli archivi, per una rivalutazione adeguata di questa pioniera del teatro.

Come ha affermato la stessa Lācis:

"In tempo di lotta, l'arte deve essere sia alleata che amica di chi è in conflitto".

Voce pubblicata nel: 2023

Ultimo aggiornamento: 2023