Mary I Tudor, figlia di Henry VIII e Catherine d’Aragona, regnò sull’Inghilterra dal 1553 al 1558. Cattolica, intransigente come la madre, fu soprannominata "Bloody Mary" – Maria la sanguinaria – per la sua ferocia contro la Chiesa riformata dal padre e i suoi seguaci. In cinque anni di regno ne mandò al patibolo o al rogo più di duecentottanta, tra i quali Thomas Cramner, arcivescovo di Canterbury.

Mary nasce il 18 febbraio 1516 nel Palazzo di Placentia, a Greenwich, unica figlia della coppia a sopravvivere all’infanzia. Ha la carnagione chiara, gli occhi azzurri, i capelli rosso mogano della madre e le guance rubiconde del padre.

Bambina precoce, a quattro anni intrattiene una delegazione francese suonando magistralmente il virginale; a sette legge Cicerone, Orazio, Seneca, Plutarco, Platone, Erasmo, San Gerolamo e Sant’Agostino, imparandone brani a memoria che dovrà recitare la sera prima di andare a dormire. A nove anni legge e scrive in latino, con i migliori maestri studia francese, spagnolo, greco, musica, danza.

Nel 1525 il padre la manda nel Galles con una propria corte, come d’uso per gli eredi al trono d’Inghilterra. Risiederà per tre anni nel Castello di Ludlow, verrà chiamata Principessa del Galles, mentre si negozierà un suo futuro matrimonio prima con il delfino di Francia François, poi con il ventiduenne Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V, suo cugino per parte di madre.

Nel frattempo, però, il matrimonio dei genitori è in pericolo: deluso per non avere avuto un figlio maschio, desideroso di sposare una donna più giovane di Catherine, la seducente Anne Boleyn, Henry chiede il divorzio. Catherine non glielo concederà mai. Papa Clemente VII lo minaccia di scomunica, lui risponde separandosi dalla Chiesa di Roma. Sono gli anni della "dissoluzione dei monasteri", la soldataglia di Thomas Cromwell saccheggia le chiese impadronendosi di arredi, calici, candelabri preziosi, ci si pulisce gli stivali con i codici miniati conservati nelle biblioteche, le notti sono illuminate da abbazie e monasteri dati a fuoco, frati e monache vengono bruciati vivi.

Nel gennaio del 1533 Henry sposa Anne Boleyn, nel settembre nasce Elizabeth: Henry la dichiara erede al trono declassando Mary: da Principessa del Galles diventerà semplicemente Lady Mary. La manderà a servire nella corte della neonata, dove riceverà insulti e soprusi. Dopo aver cacciato la sua prima moglie, Catherine, dalla corte di Londra la allontanerà via via in castelli sempre più fatiscenti, impedendole di rivedere la figlia Mary.

Rigorosa, inflessibile come la madre, la fanciulla rifiuta di riconoscere la nuova religione del padre, il suo nuovo matrimonio, la sua nuova regina. Spesso si ammala. Le è vicino l’ambasciatore imperiale Eustace Chapuys che intercede per lei a corte: inutilmente. Sebbene sappia che Catherine è ormai vicina alla fine nel desolato castello di Kimbolton, Henry non concederà a Mary di visitarla. Catherine – ha ormai cinquant’anni – vi morirà nel gennaio del 1536. Henry non concederà alla figlia nemmeno di assistere al funerale.

Nel maggio del 1536, dopo un processo farsa e accuse infamanti quanto inverosimili – adulterio e incesto –, Henry manda al patibolo Anne Boleyn per sposare dopo pochi giorni una delle dame di compagnia di lei, Jane Seymour. Nel frattempo dichiara illegittima anche la principessa Elizabeth e la priva del titolo di erede al trono.

Ma Jane è una donna gentile, cerca di mettere pace tra Henry e le figlie, riesce a far riconciliare Mary con il padre che la reintegra nei suoi titoli. Le due diventano amiche, Sarà Mary ad assisterla quando lei morirà di febbre puerperale nell’ottobre del 1537, dopo aver dato a Henry il tanto desiderato figlio maschio, Edward.

Henry VIII muore nel 1547; suo figlio, Edward VI, che ha regnato fino ad allora attraverso i suoi consiglieri, nel 1553, a soli 15 anni, muore, probabilmente di tubercolosi. Sedate alcune congiure e mandati al patibolo diversi cospiratori tra i quali la cugina Lady Jane Grey, Mary è incoronata regina d’Inghilterra in Westminster Abbey dal vescovo Stephen Gardiner. Lei lo nomina suo Lord Cancelliere e vescovo di Winchester.

Ora Mary ha trentasette anni e deve pensare al matrimonio anche perché, in mancanza di un erede, le succederebbe al trono la sorellastra Elizabeth, figlia della detestata Anne Boleyn che fu causa della rovina di Catherine, sua madre.

Vengono fatti diversi nomi di aristocratici inglesi, tra cui Edward Courtenay e Reginald Pole, ma il cugino Carlo V, prima di abdicare e ritirarsi in un monastero, le propone il proprio figlio, il principe Philip di Spagna. Gardiner e il Parlamento la scongiurano di non acconsentire perché il paese, jure uxoris, diventerebbe sudditanza degli Asburgo. Anche gli inglesi non amano tale matrimonio: scoppiano cospirazioni, i ribelli sono giustiziati. Elizabeth, che pure protesta la propria innocenza, viene rinchiusa nella Torre di Londra.

Ma Mary si è fulmineamente innamorata del bel principe spagnolo, e i due si sposano il 25 luglio 1554 nella cattedrale di Winchester. Il titolo ufficiale di Philip sarà "re d’Inghilterra per la durata della vita di Mary", tutti i documenti dovranno essere firmati da entrambi, lui non potrà prestare aiuto al padre per nessuna guerra, né operare ufficialmente senza il consenso di lei.

Nel settembre del 1554 Mary pensa di essere incinta: ha nausee mattutine, guadagna peso. Lo pensano anche i medici di corte. Il Parlamento emana un provvedimento che nomina Philip reggente nel caso della morte per parto di lei. Ma in una lettera al cognato Maximilian d’Austria Philip esprime dubbi su questa presunta gravidanza. Infatti il suo matrimonio è nato per motivi di interesse, lui non la ama, ne evita la compagnia, è raramente in Inghilterra.

Passano i mesi – maggio, giugno: niente accade. Ora la scusante del ritardo rasenta il ridicolo. In luglio improvvisamente l’addome le si sgonfia, lei dichiara che la falsa gravidanza è stata una punizione di Dio “per aver troppo tollerato gli eretici nel mio regno.” Altre esecuzioni, altri anglicani al rogo. Rischiando la propria vita qualche boia caritatevole mette loro al collo un sacchetto di polvere da sparo: moriranno più in fretta, soffriranno meno.

Philip la lascia di nuovo sola: quando parte per le Fiandre al comando di un esercito contro la Francia lei ne è devastata. Ma lui torna in Inghilterra nel 1557 per persuaderla a sostenere la Spagna in una nuova guerra contro la Francia. Anche se i suoi consiglieri sono contrari, Mary è favorevole. Gli inglesi vincono qualche battaglia, ma alla fine per mancanza di truppe perdono perfino Calais, l’ultimo possesso inglese sul continente.

Nel maggio del 1558 Mary è malata, debole, soffre molto. Probabilmente è un tumore all’utero che la porta alla morte il 17 novembre 1558. Le succederà Elizabeth. Saranno sepolte vicine in Westminster Abbey. L’epigrafe recita:

"Compagne nel trono e nella tomba, qui riposiamo noi due sorelle,

Elizabeth e Mary, nella speranza della resurrezione".

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Mary I Tudor (Bloody Mary)

Brewer, J.S., James Gairdner and R.H. Brodie, eds., Letters and Papers, Foreign and Domestic, in the Reign of Henry VIII, Years 1509-1547, H.M.S.O., London, 1864 - 1910

Erickson, Carolly, Bloody Mary: The Life of Mary Tudor, Garden City, N.Y., Doubleday & Company, 1978

Guy, John, Tudor England, Oxford University Press, 1990

Plowden, Alison, Tudor Women, Queens & Commoners, 1979 Weidenfield & Nicolson; Sutton Publishing Ltd, Stroud, Gloucestershire, 2007

Pollard, Albert Frederick, Henry VIII, Longmans Green & Co., London 1905/1951

Wriothesley, Charles, A Chronicle of England during the Reigns of the Tudors, from 1485 to 1559, Camden Society, London, 1885

Referenze iconografiche: Anthonis van Dashorts, Mary I Tudor, 1554, Museo del Prado, Madrid. Immagine in pubblico dominio.

Voce pubblicata nel: 2020

Ultimo aggiornamento: 2023