Virginia Centurione Bracelli è una delle figure più rappresentative della spiritualità femminile del Seicento italiano, che coniuga nella sua biografia fede e impegno sociale. La sua vita, segnata da dolore e dedizione, racconta la possibilità di trasformare la fragilità in forza, la solitudine in servizio, e la fede in azione. Nata nel 1587 in una delle più antiche famiglie nobili di Genova, i Centurione, cresce in un ambiente dove la severità del rango convive con un profondo senso religioso. Suo padre, Giorgio Centurione, sarebbe divenuto doge della Repubblica, ma Virginia, pure educata alle forme della nobiltà, sceglie fin da giovane una vita lontana dai fasti della corte e più vicina alle miserie del popolo.
A quindici anni, per volontà familiare, sposa Gaspare Bracelli. Il matrimonio, segnato da difficoltà e dalla salute fragile del marito, dura pochi anni: rimasta vedova a vent’anni, con due figlie piccole, Virginia rifiuta, nonostante le pressioni familiari, un secondo matrimonio e sceglie da laica un percorso di servizio in nome della sua fede. Questa decisione, compiuta in un contesto in cui la vita religiosa femminile era quasi esclusivamente identificata con la clausura, rivela la sua indipendenza di spirito e la consapevolezza di una vocazione vissuta nel mondo attraverso l’azione concreta e la cura dell’altro. La sua casa diviene presto un rifugio aperto a chiunque ne abbia bisogno. Inizia accogliendo poche ragazze orfane o senza dote, che chiama “le mie figlie”, offrendo loro un tetto, un lavoro, un’educazione.
Con il passare degli anni, quell’iniziativa si trasforma in una vera opera di carità organizzata. Nel 1625, mentre Genova è sconvolta da guerre e carestie, Virginia fonda il Rifugio delle Povere Vergini del Monte Calvario, un luogo dove le giovani possono non solo sopravvivere, ma anche imparare a vivere con dignità. Lì si insegna a leggere, a cucire, a pregare; ma, soprattutto, si impara a essere libere nella fede e nella coscienza. Virginia non considera sufficiente la beneficenza dall’alto, ma ritiene necessario esporsi, prendere contatti, verificare direttamente che l’aiuto arrivi là dove deve arrivare e nel modo giusto. Su questi presupposti, dà vita a un corpo laico femminile le cui dame hanno il compito di visitare personalmente i poveri nelle case, di ascoltare le richieste - spesso erano “vergognose”: malattie, debiti, emarginazione -, e portare conforto.
Non è mai stata una mistica, chiusa nel silenzio, ma una donna d’azione, attenta, concreta, capace di organizzare, amministrare, incoraggiare. Le testimonianze dell’epoca la descrivono come minuta, austera, ma dotata di una serenità disarmante. Viene ricordata la dolcezza del suo sguardo e il modo in cui chiama per nome ogni ragazza accolta: nessuna è un soggetto anonimo, ma tutte sono persone, amate. La sua spiritualità si traduce in un modello nuovo di vita consacrata: non separata dal mondo, ma immersa in esso, per guarirlo dall’interno.
La sua esperienza, maturata nel tessuto urbano di una Genova ricca ma segnata da forti disuguaglianze, la porta a sviluppare una forma di leadership femminile discreta ma autorevole. Pur priva di autorità ufficiale, Virginia diventa una guida riconosciuta: i nobili la cercavano per consiglio, il popolo per conforto. La sua parola era misurata, ma penetrante; la sua fiducia in Dio, incrollabile. In un secolo in cui la vita religiosa femminile era quasi sempre relegata alla clausura, lei ha saputo creare un modo nuovo di servire: una comunità di donne laiche, unite, dedite all’assistenza e all’educazione.
Muore a Genova nel 1651, lasciando un’eredità spirituale e civile che avrebbe continuato a crescere nel tempo. Beatificata nel 1985 e canonizzata da papa Giovanni Paolo II il 18 maggio 2003, Santa Virginia Centurione Bracelli è venerata come esempio di santità laica e di carità operosa. La sua figura, letta in chiave storica e femminile, rappresenta un modello di autonomia spirituale e di responsabilità sociale, in cui la fede si traduce in azione concreta e la maternità si estende simbolicamente all’intera comunità umana.
M.V. La Maida, Santa Virginia Centurione Bracelli, San Paolo Edizioni, Cinisello Balsamo, 2003. M.Romanelli, Genio femminile appassionato, Edizioni San paolo, Milano, 2020.
Documenti delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario, Archivio Generale, Genova.
Sito delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario
Voce pubblicata nel: 2025